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ANALISI APPROFONDITA DI MERCATO 28/05/2022 – FinEdu&Finvest

I mercati finanziari da inizio anno restano ancora pesantemente negativi praticamente su tutti gli indici globali senza distinzione tra azionario e obbligazionario, che non funge più da bilanciamento nei portafogli ma che anzi affossa le performance in taluni casi persino di più dell’azionario.



Questa settimana però i mercati hanno avuto un’inversione di tendenza importante partendo dall’azionario emergente e dalla graduale discesa del dollaro a favore dell’euro e delle altre valute emergenti.

Ciò che resta invariato è la tendenza iniziata a novembre dell’anno scorso su tutte le materie prime, in particolare gas, petrolio, grano, acciaio, argento e oro.


Facendo un’analisi dei prezzi a più lungo spettro ben si può vedere quali asset hanno saputo generare valore al netto di tutti gli eventi e quali invece ad oggi risultano sotto i livelli di Marzo 2020.

Gli indici azionari complessivi o una combinazione di questi in un portafoglio bilanciato fa si che i rendimenti restino molto positivi negli ultimi 5 anni di storico. Viceversa, questo non si può dire per l’obbligazionario che non rappresenta come abbiamo detto più volte un paradiso sicuro per i nostri soldi.



Andando a dare un focus ai mercati azionari si evince come da inizio anno quasi tutti i mercati sia negativi fatta eccezione per alcuni come UK e India.

Il Nasdaq che è al ridosso di un -30% seguito dagli emergenti come Cina e a stretto giro anche dal MSCI world e dall’eurozona hanno subito maggiormente i ribassi da inizio anno.

Mentre nell’ultima settimana soprattutto la Cina e Paesi emergenti iniziano a dare un forte segnale di inversione rimanendo mercati molto volatili. Una nota in particolare va ai settori bancari e value che oltre ad essere cresciuti nell’ultima settimana, da inizio anno si stanno difendendo meglio rispetto alle altre asset class.




Proprio al riguardo dei settori come abbiamo già accennato più volte l’unico a segnare una performance positiva è il settore energetico seguito, tuttavia, a poca distanza dalle utility o servizi di pubblica utilità come distributori di energia ecc. Nell’ultima settimana, tuttavia, altre a questi ultimi anche materie prime e salute assieme al settore finanziario hanno registrato performance positive.

In particolare, un aumento dell’inflazione delle materie prime incide positivamente sui bilanci di queste ultime. Il settore finanziario e della salute invece sono state fra i migliori del 2021 e con l’aumento dei tassi e della spesa o paura di nuove varianti pandemiche nel mondo fanno registrare un interesse del mercato.

Ciò che invece è ancora molto negativo è il settore Growth specie nei beni di consumo, informatica, comunicazione e industria mentre la controparte Value si difende meglio.



I tassi di interesse salgono ovunque!


Le obbligazioni denominate in dollari e in valute esotiche alzano i rendimenti sul mercato andando a coprire seppur in parte le inflazioni registrate.

Questo è un forte segnale di adeguamento del mercato e degli interessi reali che potrebbero vedere la fine solo al superamento degli attuali livelli di inflazione.

Senza che questo aggiustamento avvenga l’obbligazionario sarà destinato ad essere messo da parte. L’attenzione su questi mercati resta molto alta per capire quando questo possa avvenire.




ECONOMIA REALE E ATTESE


Ora però veniamo all’economia reale e motivo che ci spinge ad essere positivi oltre alla consapevolezza che ogni ribasso sui mercati sia un’ottima occasione di acquisto.

Guardate le stime di crescita che al netto delle revisioni apportate per tutto il 2022 registrano tanto verde anche per tutto il 2023 (grafico qui esposto) e che vede proprio quegli asset più penalizzati come gli emergenti riprendere la loro corsa verso la crescita in termini reali.

Fatta eccezione per i paesi coinvolti nei conflitti soggetti ad aleatorietà, l’economia degli emergenti risulta robusta e con ottimi scenari.



Per un investitore di lungo termine puntare su quegli asset che nel tempo acquistano valore invece di perderlo è fondamentale. Tra i paesi citati, Cina, Messico, Brasile, Indonesia, voglio mostrarvi i principali indici dell’economia Indiana.


L’india oltre ad essere uno dei paesi più popolosi dell’asia e del mondo sta registrando una crescita negli ultimi anni molto importante che trimestre dopo trimestre lascia un forte recupero. Ma perché l’india?


L’india ha un PIL che trimestre dopo trimestre dopo trimestre sta mangiando letteralmente l’economia mondiale e che rispetto alle altre controparti risulta più robusta e stabile. Partendo non solo dai dati ma anche dalla politica messa in atto dal paese che al netto di tutti i problemi sociali, accompagna una stabilità politica e di crescita nelle metropoli delle “nuove economie” industrializzate e dei servizi 4.0.


Quasi metà della sua economia deriva dalla produzione agricola o primaria unita a quella industriale come materie prime e semi lavorati di ogni genere. I settori del terziario come commercio, turismo, finanza, salute etc si può dire che siano solo all’inizio della loro fase di crescita e non paragonabili al livello di sviluppo dei paesi industrializzati e questa è un enorme potenzialità per chi riuscirà a coglierla.


Sempre in una logica di lungo termine poi l’India più della Cina sta ricorrendo meno al debito pubblico rispetto agli altri paesi emergenti e questo la pone meno a rischio. L’india oltre ad avere un rapporto debito PIL sotto il 100% grazie alla sua crescita è destinata ad avere una sicurezza e solidità in più rispetto agli altri emergenti.




In conclusione, la nostra view di mercato può essere riassunta da questo ultimo grafico che mette in relazione gli utili delle società quotate in confronto con i prezzi che registriamo in questi mesi.


Ciò che si evince è che rispetto ad un anno fa in cui mettevamo in guardia sulle valutazioni un po’ troppo positivistiche specie dei settori growth oggi questo è completamente invertito. Gli aggiustamenti apportati nelle stime e nei dati dovuti all’inflazione, tassi di interesse e del conflitto hanno lasciato pressoché invariate le crescite attese delle principali società globali che anzi ad oggi per via del pessimismo complessivo e ribasso dei prezzi risultato sottovalutate.




Il mercato, in questo momento, è pessimista e spaventato ed è proprio ora che si fanno i migliori acquisti per chi è capace di avere coraggio e di andare a vedere un po’ più in là degli altri.


Buon investimento a tutti e keep goin Finvest!



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