Updated: Dec 13, 2020
Da quando si è diffusa la pandemia da Covid-19 si sente spesso parlare del MES, ossia del Meccanismo Europeo di stabilità, che negli ultimi giorni è al centro del dibattito tra le forze politiche del Paese, le quali si stanno dividendo in merito alla riforma del MES e sull’opportunità di utilizzarne i fondi messi a disposizione, creando tensioni a livello governativo. Ma cosa è il MES e perché il suo utilizzo genera tutte queste controversie a livello politico? Scopriamolo insieme partendo dalle origini…
Il Meccanismo europeo di stabilità (MES), detto anche Fondo salva-Stati, è un’organizzazione internazionale con sede in Lussemburgo, nata nel 2012 in sostituzione di due strumenti di finanziamento dell'UE: lo strumento europeo di stabilità finanziaria (FESF) e il meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (EFSM), con l’obiettivo di fornire assistenza finanziaria agli Stati membri dell’UE in difficoltà.
Il MES è stato istituito grazie alle modifiche apportate al Trattato di Lisbona, ratificate dal Consiglio UE nel marzo del 2011. L’entrata in vigore era inizialmente prevista per il 2013. Tuttavia, fu anticipata al luglio del 2012 a causa della cosiddetta “Crisi del Debito Sovrano”, che ha investito diversi Paesi dell’Eurozona, tra cui il caso emblematico della Grecia. In altre parole, potremmo definire il MES come un meccanismo volto a garantire la stabilità finanziaria dell’Eurozona, tramite l’erogazione di finanziamenti ai Paesi dell’Unione. Tuttavia, tali finanziamenti sono soggetti a delle condizionalità, talvolta piuttosto rigorose, che possono spaziare da un programma di correzioni macroeconomiche, al rispetto costante di condizioni di ammissibilità predefinite. Infatti, la linea di credito del MES può eventualmente essere erogata sotto forma di linea di credito soggetta a criteri di accettazione per i Paesi o a condizioni rafforzate. Inoltre, possono essere attuati anche interventi sanzionatori a carico degli Stati che non dovessero rispettare le scadenze di restituzione.
Il fondo, con sede in Lussemburgo, è gestito da: un Consiglio dei governatori formato dai ministri finanziari dell'area euro, da un Consiglio di amministrazione (nominato dal Consiglio dei governatori), da un direttore generale, con diritto di voto, nonché dal commissario UE agli affari economico-monetari e dal presidente della BCE, nel ruolo di osservatore. Le decisioni del Consiglio devono essere prese a maggioranza qualificata o a maggioranza semplice.
Ma come funziona questo meccanismo del fondo salva-Stati?
Innanzitutto, in caso di difficoltà finanziaria sarà lo Stato stesso, che si trova in situazione di crisi, a dover avanzare la richiesta di accedere al MES. Il processo di erogazione del finanziamento da parte del Fondo può essere suddiviso nelle seguenti fasi:
1) Lo Stato in difficoltà avanza la richiesta di accesso al finanziamento del MES. Le condizioni e modalità del finanziamento sono negoziate dal Paese richiedente e formalizzate in un memorandum d'intesa, per il quale non è previsto l'obbligo di ratifica da parte dello Stato membro.
2) L’organo plenario del MES richiede alla Commissione Europea una valutazione sullo stato del Paese richiedente, sull’entità del fabbisogno di finanziamento dello Stato e sul rischio di coinvolgimento di altri Paesi dell’Unione nella situazione di crisi
3) l'organo plenario del MES adotta poi la decisione di garantire assistenza
Come vedremo in seguito, la linea di credito associata può essere erogata sotto forma di linea di credito condizionale precauzionale (PCCL) o sotto forma di una linea di credito soggetto a condizioni rafforzate (ECCL).
Con l'avvio del negoziato tra: la Commissione, lo Stato, la BCE (Banca centrale europea) e il FMI (Fondo monetario internazionale, qualora venga richiesta assistenza anche a questa istituzione), viene concluso un memorandum d'intesa (Memorandum of Understanding), in cui viene specificata la condizionalità di erogazione del finanziamento, che dovrà rispettare alcuni parametri:
le decisioni eventuali devono essere adottate dal Consiglio dell'UE in base ai poteri che gli sono conferiti nel quadro della procedura dei disavanzi pubblici eccessivi;
il Managing director del MES propone poi i termini del memorandum, firmato dalla Commissione che sovrintende al rispetto della condizionalità prevista.
Dal meccanismo di funzionamento si evince che nonostante MES e Commissione Europea siano istituzioni distinte, esse agiscono in modo coordinato.
Adesso chiarito cosa è il MES, come è nato e come funziona, cerchiamo di capire quale ruolo può avere per uscire dalla crisi da Covid-19
Tra le misure di politica economica varate dall'Unione Europea, in risposta alla crisi generata dalla pandemia, il Mes è quella rivolta agli Stati membri, per finanziare i costi sanitari diretti e indiretti. Infatti, Il 9 aprile 2020, i ministri delle Finanze della zona euro, riuniti nell’Eurogruppo, hanno varato un pacchetto di misure di politica economica in risposta alla crisi da COVID-19. Tra queste misure, vi è proprio il Mes, che costituisce la rete di sicurezza per gli Stati, fornendogli un supporto economico per affrontare la crisi pandemica: il cosiddetto Pandemic Crisis Support (Sostegno alla crisi pandemica). Successivamente, il 23 aprile, i Capi di Stato e di governo dell’Ue, riuniti nel Consiglio europeo, hanno approvato questo accordo e l’8 maggio, l’Eurogruppo ha concordato ed approvato i dettagli allegati a questa linea di credito. Dopo le procedure nazionali di approvazione, il 15 maggio 2020, la linea di credito è stata resa operativa dal Consiglio dei governatori del Mes.
Ma vediamo come il meccanismo europeo di stabilità può supportare i Paesi colpiti dalla pandemia....
Per far fronte alla crisi Covid, il Mes ha istituito il Pandemic Crisis Support (Sostegno alla Crisi pandemica), basato sulla sua linea di credito Enhanced Conditions (ECCL) disponibile per tutti i Paesi dell’area euro. Tale linea di credito, come vedremo in seguito, è disponibile per tutti gli Stati membri dell’area euro, con termini standardizzati concordati in anticipo dagli organi direttivi del Mes, che riflettano le sfide attuali, sulla base di valutazioni preliminari da parte delle istituzioni europee. Tali valutazioni preliminari, relative ai rischi di stabilità finanziaria, solvibilità bancaria, sostenibilità del debito e sui criteri di ammissibilità al Pandemic Crisis Support, svolte dalla Commissione europea in collaborazione con la Banca Centrale Europea (BCE) e il MES, hanno confermato che ogni Stato membro è idoneo a ricevere sostegno. Pertanto, il Pandemic Crisis Support è disponibile per tutti gli Stati membri dell’area euro.
Come funziona la richiesta fondi e qual è l’importo massimo che si può ricevere?
Ogni Stato membro può chiedere prestiti fino a un massimo del 2% del proprio Prodotto interno lordo, calcolato alla fine del 2019. Per l’Italia ciò equivale a un massimo di circa 37 miliardi di euro di prestiti. Se tutti i 19 Paesi dell’area euro dovessero attingere dalla linea di credito, ciò comporterebbe un volume combinato di circa 240 miliardi di euro. Come anticipato in precedenza, il finanziamento è disponibile per tutti gli Stati membri dell’UE. Tuttavia è il singolo Stato a decidere se farne richiesta o meno Quali sono condizioni associate all’erogazione dei prestiti?
L’unico requisito per accedere alla linea di credito è che gli Stati membri, che lo richiedono, si impegnino a utilizzare questa linea di credito per finanziare le spese di assistenza sanitaria diretta e indiretta, i costi relativi alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi COVID -19. Tuttavia, il fatto che l’unico requisito per accedere al MES sia di utilizzarlo per la copertura di spese sanitarie, non significa che non vi siano altre condizioni una volta ricevuta la line di credito. Vediamo perché. Prima di tutto occorre distinguere tra le due linee di credito offerte dal MES ossia la Precautionary Conditioned Credit Line (PCCL) e la Enhanced Conditions Credit Line (ECCL). La differenza tra le due linee sta nel fatto che la PCCL è accessibile per i Paesi che dimostrano di rispettare una serie di criteri tra cui: godere di una solida situazione finanziaria, avere un debito sostenibile e di non avere problemi di insolvenza del sistema bancario, mentre la ECCL