Come avevamo annunciato anche qui il taglio di interesse non sarebbe arrivato a marzo ma a giugno ed eccoci qui a commentare e a fare un importante riflessione finale su ciò che accadrà ora...
Christine Lagarde governatore della banca centrale europea succeduta a Mario Draghi il primo novembre del 2019 ha annunciato il taglio dei tassi di 0,25 punti
Questa notizia è stata abbondantemente prevista dai mercati ma soprattutto dalle sue parole che davano spazio a questa possibilità visto lo scenario macro economico.
Conseguenze a breve:
I tassi di interesse incidono sul costo del denaro in modo diretto e indiretto. In particolare Euribor e Eurirs ovvero il tasso variabile e fisso sono fortemente influenzati dalla decisione dei tassi. Quindi il costo del denaro attraverso prestiti e mutui e direttamente proporzionale di questo dato. Un ribasso dei tassi con un consequenziale riduzione del Euribor porterà già da giugno un ribasso dei tassi di riferimento e da agosto nel caso di euribor a 3 mesi per tutti coloro che hanno un mutuo presso un istituto bancario italiano a tasso variabile.
Un alleggerimento quindi delle rate per privati e aziende spingerà un po' più l'economia e l'inflazione.
Ma come siamo arrivati fino a qui:
2020 Pandemia e la banche centrali di tutto il mondo applicano politiche accomodanti inondando il mercato di soldi per permettere agli stati di fare debito e aiutare l'economia. (tassi -0.4%)
2021/22 scoppia l'inflazione e la ripresa economica mondiale post covid, così come l'inflazione che in Europa a fine 2022 raggiunge l'impressionante livello del 10,8% (mai raggiunto per il dato aggregato di inflazione europea dagli anni 70. Una delle causa peggiorative è proprio il conflitto in Ucraina a Febbraio del 22. (tassi di interesse 0%)
2023 aumento più repentino della storia non solo per l'Europa ma anche per gli USA che portano i tassi rispettivamente al 4,5 e 5,5%.
2024 6 giungo i tassi scendono di 0,25% e le aspettative del mercato sono di un nuovo taglio da qui a fine anno arrivando a 2,5% o 3 a fine 2025.
Christine Lagarde mette in guardia sul fatto che fattori macro economici dell'unione come inflazione che è ferma al 2,8% a maggio e una crescita media europea bassa inciderà sulle prossime decisioni e quindi nulla è certo.
Un aumento dell'inflazione o una crisi economica metterà in discussione tutto trovandosi come in passato la banca centrale ad affrontare questi eventi.
Riflessione conclusiva:
I prossimi dati saranno fondamentali per capire ciò che accadrà da qui all'anno prossimo in quanto colpiranno indirettamente le aspettative e direttamente sulle decisioni di politica monetaria.
Se guardiamo i rendimenti del Euro bond a 10 anni ciò che si evince è come il mercato aveva puntato tutto su un ribasso dei tassi a marzo mai avvenuto (come dicevamo più volte) e i prezzi sono saliti tantissimo per coloro che hanno comprato a settembre ottobre sulla scia di queste atteso con il finire del 2024 con un obiettivo sotto il 2% di tassi.
Oggi però ci rendiamo conto come coloro che il rendimento è salito e avrebbe ridotto i profitti. Le aspettative oggi sono che ci attesteremo tra il 2.5 e il 3% sui tassi da qui a 2 anni.
Ciò che inciderà di più sarà l'andamento delle materie prime e dello scenario politico mondiale così come delle fonti di approvvigionamento che porteranno un aumento o diminuzione dell'inflazione da import.
Qual ora avremo un inflazione sotto o prossima al 2% la BCE continuerà ad abbassare i tassi, viceversa a meno che non vi sia una crisi profonda ciò non avverrà.
Conclusione:
il momento che stiamo vivendo di bassa crescita in Europa con una decrescita dei tassi o un livello di crescita sostenuta sugli emergenti e negli USA con una stasi dei tassi se non verso il basso spingerà ancora i mercati ma la cautela in questi casi è d'obbligo.
Un saluto,
Team finvest
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