Le prime sedute di agosto sono state difficili per i mercati finanziari, a causa del contraccolpo dovuto alla rinnovata tensione sui tassi d'interesse statunitensi. Il declassamento del rating del credito statunitense da parte dell'agenzia Fitch ha risvegliato alcuni timori, tanto più che il mercato ha ricominciato a interrogarsi sul percorso dei tassi della Fed. Venerdì, la pubblicazione delle statistiche mensili sull'occupazione negli Stati Uniti ha rasserenato un po' gli animi, anche se i dati hanno mostrato che il mercato del lavoro è ancora rigido e quindi difficilmente compatibile con la riduzione del surriscaldamento economico auspicata dalla banca centrale.
INDICI ULTIMI 12 MESI:
Macroeconomia
Clima. Il grande evento della settimana è stato senza dubbio l'impennata dei rendimenti obbligazionari statunitensi, con la scadenza decennale passata dal 3,8% di metà luglio al 4,18% di venerdì. Flashback: la buona performance degli ultimi indicatori macroeconomici statunitensi ha allontanato ancora una volta la prospettiva di un rallentamento economico. L'altra faccia della medaglia è l'aumento della sfiducia sul percorso della politica monetaria. Allo stesso tempo, l'agenzia Fitch ha tolto il rating "AAA" al debito statunitense. Certo, S&P lo aveva già fatto dodici anni prima, ma questa decisione simbolica ha avuto un impatto notevole nel riportare il debito statunitense sotto i riflettori. Fitch ha insistito sul fatto che l'esacerbazione del divario politico era un'ulteriore fonte di preoccupazione. Questi due eventi hanno contribuito a rendere i titoli obbligazionari più tesi, il che si è ripercosso sui titoli azionari, piuttosto colpiti questa settimana. Hanno inoltre rafforzato il dollaro, almeno fino a venerdì, quando l'euro ha fatto un piccolo balzo a 1,0993 dollari dopo la pubblicazione dei dati sull'occupazione di luglio negli Stati Uniti. Le altre notizie macroeconomiche sono dunque passate in secondo piano, in particolare l'atteso rialzo dei tassi di un quarto di punto da parte della Banca d'Inghilterra e il meno atteso status quo della Banca d'Australia.
Criptovalute. Il bitcoin rimane in equilibrio quasi perfetto questa settimana, in calo dello 0,18% e ancora vicino ai 29.200 dollari al momento in cui scriviamo. L'ether, nel frattempo, è alle calcagna del leader del mercato, con un calo di poco inferiore all'1% da lunedì, e si aggira ancora intorno alla soglia dei 1.850 dollari. Ciononostante, non si è avuta una settimana tranquilla nella criptosfera. Diverse importanti piattaforme di finanza decentralizzata (DeFi) hanno subito attacchi informatici che avrebbero potuto costare caro a molti investitori e speculatori che si cimentano con i protocolli di prestito e di indebitamento di questa sfera finanziaria. Questa atmosfera ansiogena non ha permesso di ripristinare la fiducia nell'ecosistema, con conseguenze nei prezzi dei principali cripto-asset di questa settimana.
Top/Flop della settimana
Top
Vertiv Holdings (+33%): Il fornitore statunitense di infrastrutture digitali sta cavalcando l'onda dell'interesse per l'intelligenza artificiale. Il gruppo, che vende hardware, software e strumenti di analisi per la gestione dei data center e delle reti di comunicazione, ha presentato risultati trimestrali eccezionali, con ricavi in crescita del 23,6% rispetto all'anno precedente e ben oltre le stime. Anche il margine operativo (14,5%), il flusso di cassa operativo e le prospettive presentate dal management hanno entusiasmato i mercati. BofA ha aumentato il suo giudizio sul titolo.
Carvana (+18%): Continua il rimbalzo del venditore online di auto usate, poco amato dai mercati nel 2022. Il gruppo in difficoltà continua a beneficiare del rinnovato interesse iniziato la scorsa settimana, quando ha annunciato di aver raggiunto un accordo di ristrutturazione con i creditori per ridurre il debito di oltre 1,2 miliardi di dollari. La piattaforma di e-commerce sta anche beneficiando di un effetto "meme", con aumenti del prezzo delle azioni guidati da flussi di investitori individuali spinti da reazioni emotive. Il titolo ha guadagnato più del 1000% dall'inizio dell'anno.
Domino's (+17%): Solidi risultati trimestrali per la divisione britannica dello specialista della pizza, che ha registrato un aumento del 20% del fatturato, favorito da un incremento dei volumi. Gli utili, erosi dall'aumento dei costi e degli interessi, rimangono tuttavia stabili su base annua. La società di consegne ha inoltre annunciato di aver ridotto il debito netto del 27% e di aver alzato le previsioni di utile annuale. L'azienda è la prima nel settore dei fast food ad adottare gli obiettivi ambientali Net Zero by 2050 della Science Based Targets Initiative.
Iveco (+15%): Il celebre produttore italiano di camion ha riportato risultati trimestrali soddisfacenti, con un aumento del fatturato del 33% e un utile in aumento del 403%, alzando le previsioni per l'intero anno. Il gruppo ha inoltre dichiarato di essere in trattativa per la vendita di parte della filiale tedesca Magirus GmbH, specializzata in veicoli antincendio, per aumentare la propria competitività e concentrarsi sul core business. Iveco ha inoltre recentemente stabilito un nuovo record: il suo furgone eDaily è stato in grado di trainare un carico di oltre 153 tonnellate.
Teva Pharmaceutical (+12%): Una valanga di buone notizie per la società farmaceutica israeliana quotata al Nyse. Il gruppo ha registrato un aumento del 2% del fatturato del secondo trimestre e profitti migliori del previsto, grazie all'aumento delle vendite del suo trattamento Austedo per la malattia di Huntington. Ha quindi alzato le previsioni per l'anno in corso. Il gruppo sta inoltre avanzando nella risoluzione delle sue controversie legali (caso di fissazione dei prezzi dei farmaci generici e caso di oppioidi), il che sembra rassicurare i mercati, e sui suoi prossimi lanci di farmaci.
Bae Systems (+9%): Grazie a ordini record e a un forte aumento degli utili nel primo semestre, la società britannica specializzata nel settore della difesa e aerospaziale ha alzato questa settimana le previsioni annuali. Sostenuto dalla guerra in Ucraina, il gruppo ha registrato un aumento delle vendite dell'11% nei primi 6 mesi dell'anno. Ha inoltre annunciato che il consiglio di amministrazione ha approvato un nuovo programma di riacquisto di azioni per 1,5 miliardi di sterline distribuito in 3 anni.
Caterpillar (+8%): Il produttore americano di macchine per l'edilizia è sulla buona strada. Il gruppo ha chiuso un trimestre solido, migliore del previsto, sostenuto da forti ordini nei suoi tre segmenti (energia e trasporti, settore minerario, costruzioni) e dalla forza del mercato statunitense. Gli analisti accolgono con favore anche l'aumento delle scorte dei concessionari, segno di un'attesa ripresa. Infine, l'utile netto è quasi raddoppiato nel periodo.
Flop
Zoominfo Technologies (-28%): L'azienda statunitense specializzata in dati di marketing e software per le relazioni con i clienti (da non confondere con la sua connazionale nel settore delle videoconferenze) ha presentato risultati deludenti per l'ultimo trimestre, leggermente al di sotto delle aspettative, e ha rivisto al ribasso le previsioni di fatturato e utili per l'intero anno. Gli analisti temono che l'arrivo dell'IA generativa nelle vendite possa sconvolgere le attività del gruppo. Di conseguenza, diversi analisti hanno ridotto i loro obiettivi di prezzo sul titolo.
Telefónica Deutschland Holding AG (-25%): Una grave battuta d'arresto per la filiale tedesca dell'operatore telefonico spagnolo. Il suo concorrente locale, il provider di telefonia mobile e banda larga 1&1, ha annunciato di voler unire le forze con Vodafone per creare una nuova rete mobile in Germania, in grado di coprire fino al 5G e che rappresenterà una concorrenza diretta. Sulla scia di questo annuncio, diversi analisti hanno rivisto al ribasso le loro raccomandazioni. La casa madre iberica, Telefonica S.A., è in calo del 10,6% sulla settimana.
Solaredge (-19%): Il produttore americano di pannelli solari lamenta un calo della domanda in Europa, ma soprattutto negli Stati Uniti. Visto il calo dei prezzi dell'elettricità oltreoceano, gli investimenti in soluzioni solari appaiono meno interessanti. Anche l'aumento degli oneri finanziari e la recente riforma dei contatori in California hanno avuto un impatto sulla spesa delle famiglie. Infine, il gruppo ha previsto un fatturato per il terzo trimestre inferiore alle stime di Wall Street.
Altarea (-18%): Il promotore immobiliare francese sta risentendo del deterioramento del mercato immobiliare residenziale e degli uffici e dell'aumento dei tassi di interesse. I risultati del primo semestre sono scesi drasticamente, con un calo delle vendite di quasi il 13% e un utile netto del 92%. Il gruppo risente anche della mancanza di visibilità sui prossimi trimestri e della revisione delle raccomandazioni di alcuni analisti.
Expedia (-15%): Expedia delude. L'agenzia di viaggi americana ha riportato vendite trimestrali leggermente inferiori alle previsioni di Wall Street. L'annuncio ha gettato un'ombra sul settore, che teme che la forte ripresa del turismo dopo la pandemia sia di breve durata. Va notato, tuttavia, che l'utile trimestrale rettificato ha superato le aspettative del mercato.
Infineon (-14%): Infineon non ha deluso, registrando un fatturato trimestrale di 4,09 miliardi di euro, in crescita del 13% e leggermente superiore alle previsioni. Ma in questo contesto di incertezza, il produttore tedesco di semiconduttori ha presentato previsioni deludenti per il quarto trimestre dell'esercizio finanziario. Gli analisti temono un rallentamento della divisione automobilistica del gruppo, la sua principale fonte di attività. Nella sua caduta, sta trascinando con sé la controparte STMicroelectronics.
PayPal (-14%): La fintech statunitense ha riportato risultati solidi e in linea con le aspettative, con un fatturato trimestrale di 7,3 miliardi di dollari, in crescita del 7%, ma gli investitori stanno punendo duramente il calo del margine delle transazioni del fornitore di soluzioni di pagamento.
Avete avuto modo di leggere sui diversi canali social cosa ne pensiamo di questo rating...
I CDS americani stanno scendendo da aprile e restano in linea con i livelli storici. Inoltre i recenti dati non lasciano spazio a dubbi sulla situazione americana. L'attenzione dei mercati restano sui dati macro economici e sui dati societari. Warren Buffett nel mentre sta comprando obbligazioni americane affermando "Ci sono cose di cui le persone non dovrebbero preoccuparsi". Segno che forse i livelli attuali sono interessanti e che siamo quasi giunti al termine dei rialzi dei tassi di interesse?
L'inflazione e i prezzi alla produzione di luglio per Cina (mercoledì) e Stati Uniti (giovedì e venerdì) saranno al centro della scena. Le due potenze hanno problemi molto diversi da affrontare. Pechino deve gestire la minaccia di una problematica deflazione, mentre Washington teme una riaccelerazione dell'aumento dei prezzi dopo la stasi degli ultimi mesi. Venerdì l'attenzione degli investitori sarà rivolta anche al sentimento dei consumatori statunitensi, misurato dall'Università del Michigan.
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