I mercati finanziari hanno ripreso quota questa settimana, benché non sembri evidente se consideriamo la sola sessione di venerdì. Gli operatori hanno approfittato soprattutto della forte ripresa dei prezzi del petrolio, della distensione del mercato obbligazionario e soprattutto degli acquisti a buon mercato, mentre gli indici toccavano i minimi annuali verso la fine della scorsa settimana. L'avversione al rischio e la volatilità dovrebbero tuttavia continuare; mercoledì sono infatti attesi i dati sull'inflazione negli Stati Uniti e sarà una settimana caratterizzata anche dall'inizio della stagione dei risultati per il terzo trimestre.
Ecco il grafico aggiornato dei principali indici mondiali:
Materie prime
Energia: Le notizie dell'OPEC+ hanno apportato un importante sostegno ai prezzi petroliferi. Il cartello allargato ha deciso di ridurre la propria produzione di 2 milioni di barili al giorno, mentre il mercato contava piuttosto su una contrazione di 1 milione di barili al giorno. Questo abbassamento dell'offerta avviene evidentemente a scapito dei Paesi consumatori di petrolio come l'Europa e gli Stati Uniti. A tal proposito, l'amministrazione Biden ha annunciato di avere in programma una consultazione del Congresso per poter studiare un piano per ridurre il controllo dell'OPEC sui prezzi dell'energia. Ricordiamo che gli Stati Uniti attingono ogni settimana dai loro stock al fine di frenare l'aumento dei prezzi petroliferi. Il Brent del Mare del Nord è quotato attorno ai 98 dollari, mentre il WTI americano è a 92 dollari il barile.
Metalli: Il London Metal Exchange (LME) ha confermato la riduzione degli approvvigionamenti di metalli provenienti dalla Russia, in particolare quelli della società Ural Mining, il cui cofondatore è oggetto di sanzioni nel Regno Unito. La Borsa di Londra potrebbe andare più lontano proibendo le spedizioni di rame, alluminio ma anche di nichel, che sarebbero prodotti in Russia. Queste potenziali sanzioni hanno sostenuto i prezzi dei metalli industriali. Il rame è a 7740 USD la tonnellata metrica, l'alluminio a 2350 USD e il nichel a 22.780 USD.
Prodotti agricoli: A Chicago i prezzi dei cereali si sono globalmente stabilizzati; Il grano e il mais sono quotati rispettivamente a 890 e 676 centesimi per bushel. Il Brasile prevede un aumento della produzione di mais del 12,5% rispetto allo scorso anno, una crescita significativa che si spiega soprattutto con uno sfavorevole effetto di base dovuto all'importante siccità nella stagione 2022/2022.
Macroeconomia
Clima: "Si riparte! Ah... no". Pare proprio che gli investitori avessero creduto che i primi segnali di rallentamento dell'economia americana avrebbero fatto vacillare la determinazione della Fed ad aumentare i tassi. O in ogni caso era l'aria che si respirava a inizio settimana, un clima confortato dalla banca centrale australiana che ha sorpreso tutti aumentando i tassi a meno del previsto. Ma non è durata, e la pubblicazione di venerdì con dati positivi sull'occupazione negli Stati Uniti non ha affatto sistemato la questione. Il tasso di disoccupazione è diminuito dal 3,7 al 3,5% e il mercato del lavoro è rallentato appena. Una buona notizia? Forse no... Se l'economia resiste al colpo, la Fed dovrà probabilmente inasprire ancor di più la politica monetaria. Gli operatori non lo apprezzeranno affatto.
Tassi: Il rendimento del debito pubblico statunitense a 10 anni è passato dal 4% della scorsa settimana a meno del 3,6% di martedì. Ma gli ultimi dati disponibili, soprattutto l'occupazione del mese di settembre, lo hanno fatto aumentare al 3,88%. In Europa le obbligazioni calano nonostante la risalita dei rendimenti. Il Bund è al 2,18% sui 10 anni e l'OAT al 2,78%. I Gilt britannici sono al 4,2%, superati soltanto dai BTP italiani (4,65%) e dal debito greco (4,77%). Le prospettive inflazionistiche continuano a mantenere alti i livelli dei rendimenti.
Valute: Grossi sconvolgimenti a inizio settimana, soprattutto a livello di valute legate ai titoli minerari come il dollaro australiano (AUD) e il dollaro canadese (CAD), che si sono sgretolati dinanzi al dollaro. Ma pian piano siamo più o meno tornati a un certo equilibrio. La coppia EUR/USD è a 0,9758, mentre la sterlina è quotata a 1,1146 USD per 1 GBP. Gli sforzi della Banca del Giappone per sostenere lo yen non hanno impedito alla valuta di scendere a 145,08 JPY per 1 USD.
Criptovalute: Il bitcoin inizia il mese di ottobre sulla falsa riga delle settimane precedenti navigando sempre attorno ai 19.500 dollari nel momento in cui scriviamo queste righe. Una debole volatilità che indica la diffidenza e l'attendismo degli investitori privati, professionali e istituzionali in attesa di vederci più chiaro in un contesto macroeconomico ancora molto teso. L'ether, la seconda criptovaluta del mercato in termini di capitalizzazione, non riesce più ad attirare capitale nonostante il successo della fusione di Ethereum avvenuta a metà settembre. I criptoinvestitori dovranno avere pazienza ancora per qualche tempo prima di riguadagnare un poco di ottimismo.
Calendario: Un quartetto di statistiche americane darà il "la" alla prossima settimana. Gli indici dei prezzi alla produzione (mercoledì) e al consumo (giovedì) del mese di settembre, poi le vendite al dettaglio dello stesso mese e l'indice preliminare di fiducia dei consumatori dell'Università del Michigan per ottobre (venerdì). Le banche centrali rimangono in agguato con il discorso di Lael Brainard (Fed) previsto per lunedì e seguito mercoledì da un intervento di Christine Lagarde (BCE) e dalla pubblicazione degli atti dell'ultima riunione della Fed.
Top/Flop della settimana
Top
Telecom Plus(+31%): La britannica che opera nei multiservizi energetici, lunedì ha annunciato che i risultati per l'esercizio chiuso a marzo prossimo saranno decisamente superiori alle previsioni del mercato a causa di una forte domanda.
Tilray (+30%): Negli Stati Uniti i titoli della cannabis hanno avuto un'impennata dopo che Joe Biden ha graziato tutti i condannati per possesso di marijuana. "Nessuno dovrebbe essere in prigione semplicemente per aver utilizzato o essere stato in possesso di marijuana" ha persino twittato il presidente. L'industria è salita interpretando tutto ciò come un inizio di una più grande liberalizzazione.
Chewy (+24%): Le azioni del settore tecnologico in generale e del commercio online in particolare hanno goduto di un grosso effetto leva questa settimana grazie al ritorno di un certo appetito per il rischio da parte degli investitori. L'azienda specializzata in prodotti per animali, il cui titolo aveva perso la metà del proprio valore in un anno, è adesso tra le vincitrici della settimana.
Pioneer Resources (+18%): L'azienda energetica texana, specializzata nell'estrazione di gas naturale, registra una splendida settimana con la risalita dei prezzi dell'energia.
Exxon Mobil (+17%): Al pari di Pioneer, anche la più grande azienda petrolifera americana trae beneficio dalla ripresa dei prezzi al barile dopo la decisione dell'OPEC+ di ridurre la capacità di pompaggio del prossimo mese per far fronte alla domanda in calo e per mantenere i prezzi a un livello elevato come il buon cartello che è.
Saipem (+15%): Ancora un attore del settore energetico che ha tratto beneficio dalle novità della settimana. L'azienda italiana, che opera nell'ambito dei servizi all'industria petrolifera e del gas, sale fortemente dopo aver vissuto un momento delicato.
Genmab (+12%): Con il ritorno di una corrente acquisitrice sulle aziende del settore fortemente valutate, il gruppo di ricerca medica danese ha potuto trarne vantaggio, così come altri attori quali Sartorius Stedim Biotech e Straumann.
Porsche AG(+11%): La società recentemente introdotta in Borsa dalla società madre Volkswagen parte alla grande tanto da diventare la prima capitalizzazione del settore quotata in Europa. Davanti a... Volkswagen.
Qualcomm (+11%): La Corte Suprema degli Stati Uniti ha nuovamente respinto la richiesta di Apple di annullare tre brevetti di Qualcomm sugli smartphone, secondo Reuters.
Flop
VGP (-24%): Il gruppo belga ha annunciato di aver rimandato la conclusione della creazione della joint venture con Allianz Real Estate a causa della volatilità del mercato. La notizia è stata accolta in Borsa con molta freddezza, vista come un segnale di un mercato difettoso.
Eramet (-15%): La società mineraria francese è stata fortemente penalizzata dopo l'abbassamento della raccomandazione di Exane BNP Paribas da overperform a neutral giovedì, con un obiettivo che passa da 123 a 88 euro. L'ufficio di studi teme l'impatto del crollo del prezzo del magnanese sulla redditività della società.
M6 (-13%): Il gruppo crolla pesantemente dopo che la società madre RTL ha annunciato la rinuncia a cederne il controllo. M6 aveva già sofferto la rottura del fidanzamento con TF1 a causa della pressione antitrust.
Tesla (-10%): Il mercato non ha apprezzato particolarmente il colpo di scena di Elon Musk sull'acquisizione di Twitter. Ciò ha portato gli investitori a riprendere coscienza sull'imprevedibilità del direttore di Tesla e sulla possibilità che avrà meno tempo da dedicare all'azienda automobilistica.
Embracer (-7%): Il titolo è stato penalizzato dopo che Berenberg ha ridotto da 150 a 115 SEK il suo obiettivo. L'ufficio studi è tuttavia rimasto Buy ritenendo che lo svedese potrebbe essere il potenziale obiettivo di un acquirente.
RIASSUMENDO: Good news is bad news!
Dopo un inizio settimana col botto, i mercati azionari terminano in un clima cupo. Destabilizzato, l'investitore deve più che mai comprendere che vive in un mondo in cui le politiche monetarie hanno la meglio su quelle economiche, in particolare negli USA. Una buona notizia economica è oggi sinonimo di contrazione dei mercati valutari. E se l'investitore sperava di riposare un po' la prossima settimana, noi gli consigliamo di mantenersi allerta. Le pubblicazioni dei risultati trimestrali faranno infatti il loro grande ritorno con LVMH, PepsiCo, BlackRock e anche le banche JP Morgan, Wells Fargo e Morgan Stanley.
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