Si conclude ancora una volta una settimana turbolenta per i mercati finanziari, inizialmente scossi dalle dure parole del presidente della Fed, poi in netto rialzo sulla chiusura della settimana grazie alla speranza di un allentamento delle restrizioni sanitarie in Cina. Dopo due sessioni di forti ribassi, venerdì la propensione al rischio è improvvisamente riemersa, consentendo all'Europa di raggiungere i massimi da fine di agosto. I mercati statunitensi sono invece rimasti in territorio negativo per tutta la settimana, colpiti dai titoli tecnologici.

RIEPILOGO DEGLI INDICI NEGLI ULTIMI 12 MESI:

Macroeconomia
Clima: Montagne russe. Pare che mercoledì la banca centrale statunitense abbia aperto la strada a una politica leggermente meno restrittiva per il futuro, dopo aver aumentato i tassi di 75 punti base. Le dichiarazioni del direttore della Fed subito dopo l'annuncio hanno tuttavia raffreddato gli animi degli investitori. Jerome Powell ha indicato che il picco del ciclo dei tassi previsto dal mercato è probabilmente un po' basso. I mercati azionari hanno pertanto avuto una ricaduta. Ciononostante, venerdì un leggero aumento del tasso di disoccupazione statunitense ha riacceso la fiamma della speranza: dopotutto, se il surriscaldato mercato del lavoro inizia a raffreddarsi, la banca centrale potrebbe non aver bisogno di essere così punitiva, chi lo sa? Come avrete compreso, siamo a livello di reazioni emotive. Il rimbalzo di fine settimana è stato esacerbato dalle voci di un imminente cambiamento della politica cinese zero covid.
Tassi: Dopo le già citate dichiarazioni di Jerome Powell, questa settimana i rendimenti continuano in rialzo. I derivati mostrano che il mercato si aspetta un picco di tassi del 5,25% per la Fed il prossimo anno. La scadenza del decennale statunitense è al 4,12% (3,98% una settimana prima). La curva dei tassi rimane invertita rispetto alle scadenze brevi; pertanto, il mercato teme ancora una recessione. Nel resto del mondo, il Bund è risalito al 2,27% e l'OAT al 2,80%. I gilt hanno confermato il loro ritorno in acque più tranquille attorno al 3,53%. I debiti più cari della regione rimangono quelli dell'Italia (4,44%) e della Grecia (4,65%).
Valute: Settimana difficile per la sterlina, nonostante un'ulteriore stretta di 75 punti base da parte della Banca d'Inghilterra. L'euro è risalito a 0,8749 GBP e il dollaro a 0,8923 GBP, ovvero un aumento di circa il 2% sulla settimana. Per quanto riguarda la coppia euro-dollaro, la moneta unica è scivolata durante quattro giorni prima di recuperarsi ampiamente venerdì, dopo la pubblicazione dell'aumento del tasso di disoccupazione negli Stati Uniti, per tornare a 0,9924 USD.
Criptovalute: Paradossalmente questa settimana il bitcoin ha resistito meglio degli indici azionari statunitensi, rimanendo leggermente in positivo attorno ai 21.000 dollari nel momento in cui scriviamo queste righe. Benché il rimbalzo iniziato la scorsa settimana abbia dato un po' di ottimismo agli investitori in criptovalute, la valuta digitale è ancora lontana dall'essere fuori pericolo. Gravita infatti ancora non lontano dai minimi annuali e opera in un contesto macroeconomico ancora fragile per gli asset rischiosi. Il bitcoin potrebbe impiegare un po' di tempo per riprendersi, continuando nelle prossime settimane a giocare con i nervi degli aficionados dell'ecosistema delle criptovalute.
Calendario: La prossima settimana vi saranno due appuntamenti importanti per i mercati finanziari. Innanzitutto, le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti che avranno luogo martedì 8 novembre, poi giovedì saranno resi noti i dati sull'inflazione negli Stati Uniti relativi al mese di ottobre. Vale la pena ricordare che il Canada e gli Stati Uniti passeranno all'ora solare durante il fine settimana, ripristinando così la tradizionale differenza di fuso orario. L'11 novembre sarà un giorno festivo in Francia e oltreoceano, ma non per il mercato azionario.

Materie prime
Energia: La Cina starebbe valutando la possibilità di allentare la sua politica zero covid, una prospettiva che rallegra i mercati petroliferi in quanto implicherebbe un aumento della domanda di petrolio. Sul fronte dell'offerta, rimane l'incognita sulle conseguenze delle sanzioni europee sul petrolio russo, che entreranno in vigore il 5 dicembre per il greggio e il 5 febbraio 2023 per i prodotti raffinati. I prezzi del petrolio sono pertanto risaliti a 97 dollari per il Brent del Mare del Nord e a 91 dollari per il WTI statunitense. A proposito di Stati Uniti, l'agenzia statunitense per l'energia (EIA) ha reso noto nel suo ultimo rapporto mensile che la produzione statunitense si attesta a circa 11,975 milioni di barili al giorno, un livello che non si vedeva da marzo 2020 e la crisi del coronavirus.
Metalli: La fermezza della Federal Reserve e il rafforzamento del dollaro USA hanno pesato sul settore dei metalli industriali questa settimana. Lo zinco ha toccato un nuovo minimo annuale all'LME a 2.680 dollari per tonnellata, risentendo ancora della difficile ripresa in Cina, dove le fonderie vanno al rilento. Il barometro dell'economia globale, il rame, è scambiato attorno ai 7500 dollari. Per quanto riguarda i metalli preziosi, l'oro ha recuperato un po' di quota a 1650 dollari. La reliquia barbara è tornata sotto i riflettori grazie all'ultimo rapporto del World Gold Council, che mostra come le banche centrali abbiano accumulato una grande quantità di oro durante il terzo trimestre. Sono state acquistate quasi 400 tonnellate d'oro, soprattutto dalle banche centrali di Turchia, Uzbekistan, India e Qatar, che cercano di diversificare le proprie riserve valutarie.
Prodotti agricoli: La Russia fa il bello e cattivo tempo sui prezzi dei cereali a Chicago. Dopo aver rinunciato all'accordo sulle esportazioni ucraine nel Mar Nero, Mosca ha finalmente cambiato opinione dopo aver ottenuto alcune garanzie secondo cui l'Ucraina non utilizzerà il corridoio marittimo per scopi militari. In termini di prezzi, il grano e il mais sono scambiati rispettivamente a 850 e 680 centesimi per bushel.

Top/Flop della settimana
Top
Abiomed (+45%): Johnson & Johnson acquisterà il produttore di dispositivi cardiaci per 16,6 miliardi di dollari, ovvero 380 dollari per azione, oltre a 35 dollari in più per azione in base al raggiungimento di determinati obiettivi di sviluppo.
Sinch (+44%): Il fornitore svedese di servizi cloud per il coinvolgimento dei clienti ha pubblicato risultati che hanno impressionato il mercato, grazie agli sforzi di controllo dei costi intrapresi sotto la leadership del CEO ad interim Johan Hedberg.