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RIEPILOGO SETTIMANALE 4' di ottobre

Le speranze che rallenti il ritmo di aumento dei tassi di interesse e il calo dei rendimenti obbligazionari hanno riacceso la propensione al rischio questa settimana, consentendo ai mercati europei di chiudere in netto rialzo. Tuttavia, l'ambiente appare molto più febbrile negli Stati Uniti, con il crollo delle star statunitensi della tecnologia in seguito alla pubblicazione degli utili. Tutti gli occhi saranno ora puntati sulla Fed, che mercoledì emetterà il suo verdetto sui tassi. Le prospettive della Federal Reserve potrebbero essere nuovamente fonte di volatilità per gli indici.



ECCO I MOVIMENTI DEI PRINCIPALI INDICI NEGLI ULTIMI 12 MESI:



Macroeconomia


Clima: Un po' di flessibilità, Jerome! Negli ultimi giorni non sono mancate importanti tappe macroeconomiche, con diverse decisioni di politica monetaria (Banca del Canada, Banca del Giappone, Banca Centrale Europea) e tutta una serie di indicatori di attività. Per riassumere il tutto in poche parole, diciamo che la dinamica economica ha avuto qualche cedimento senza crollare e che gli investitori hanno individuato le prime crepe nella determinazione delle banche centrali a continuare ad alzare i tassi. Questo contesto ha portato a una forte ripresa dei titoli azionari a inizio settimana, ma senza contare con il crollo delle star della tecnologia statunitensi dopo una serie di risultati scarsi.


Tassi: La nuova scommessa degli investitori su una Fed meno aggressiva ha portato a un calo del rendimento dei T-bond decennali al di sotto del 4%. Tutte le scadenze più brevi hanno ormai un rendimento più elevato, il ché significa due cose: in primo luogo, il mercato teme un ritorno della recessione negli Stati Uniti e, in secondo luogo, ritiene che il ciclo di aumento dei tassi stia giungendo al termine. In Europa continentale, era già previsto l'inasprimento monetario di 75 punti base annunciato giovedì dalla BCE, ma ciò non ha impedito ai tassi obbligazionari di salire al 2,11% in Germania e al 4,19% in Italia a 10 anni. I gilt britannici, invece, sono scesi al 3,47% dopo la nomina di Rishi Sunak come successore di Liz Truss. Sunak viene percepita come una scelta relativamente ragionevole.


Valute: Anche in questo caso, la presunta inflessione della Fed ha portato a un calo del dollaro. Dato che contemporaneamente la BCE ha dato una stretta di 75 punti base, l'euro ha colto l'occasione per tornare in parità con il biglietto verde. Tuttavia, da inizio ottobre, il dollaro ha guadagnato ulteriore terreno rispetto allo yen e ha iniziato a invertire la tendenza rispetto al rublo. In Europa, la stabilizzazione della situazione a Londra ha permesso alla sterlina di risalire leggermente fino a 0,864 GBP per 1 EUR. Dal canto suo, la moneta unica è salita a 0,9912 CHF contro il franco svizzero.


Criptovalute: I cripto-investitori sono riusciti a ritrovare un po' di ottimismo questa settimana, con il bitcoin che ha concluso un lungo periodo di bassa volatilità recuperando quasi il 5% da lunedì. Nel momento in cui scriviamo, la valuta digitale è attorno ai 20.500 dollari. Seguendone la scia, l'ether sovraperforma il BTC con un +16% nello stesso periodo, segno che questa settimana è tornata una dose di propensione al rischio sul mercato delle criptovalute. Questo rinnovato ottimismo rientra nella speranza di veder agire le banche centrali a favore degli asset rischiosi nei prossimi mesi.


Calendario: I prossimi quindici giorni saranno cruciali per i mercati finanziari e, potremmo persino dire, per la grande macchina economica globale. Da un lato, perché mercoledì la banca centrale statunitense prenderà una nuova decisione di politica monetaria e commenterà il contesto attuale e risulta ormai evidente che gli investitori sperano che il direttore della Fed, Jerome Powell, cambi idea almeno in parte. Dall'altro perché l'8 novembre sono previste le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti. In un Paese così polarizzato, un rovesciamento di potere a favore dei repubblicani avrebbe conseguenze importanti.




Materie prime


Energia: Il sentimento generale dei mercati petroliferi è migliorato. Gli operatori hanno apprezzato sia l'accelerazione delle importazioni cinesi di petrolio, che la dinamica del PIL statunitense nel terzo trimestre, cresciuto del 2,60% mentre il consensus contava su un +2,30%. Questa settimana, tuttavia, sono state le major dell'energia a monopolizzare l'attenzione degli analisti, pubblicando ognuna ingenti guadagni per il terzo trimestre. Total, Equinor, Chevron, Exxon Mobil... Tutte queste società hanno pubblicato risultati eccellenti grazie all'aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Risultati invece criticati dall'altra parte dell'Atlantico, in particolare dall'amministrazione Biden, che ritiene che questi giganti del petrolio non stiano investendo abbastanza per aumentare la loro produzione. Il Brent del Mare del Nord è a circa 94 dollari USA, mentre il WTI statunitense viene scambiato a 88 dollari USA al barile. Per quanto riguarda il gas naturale, il benchmark europeo, il TTF olandese, continua a scendere a 113 EUR/MWh a causa delle temperature miti in Europa.


Metalli: Dopo l'LME e la Casa Bianca, è arrivato il turno del produttore di alluminio Norsk Hydro di chiedere sanzioni contro i metalli russi. Il prezzo dell'alluminio si è così ripreso a Londra, dove una tonnellata viene scambiata a 2300 dollari. In Cina, l'Ufficio nazionale di statistica ha dichiarato nel suo ultimo rapporto che nel mese di settembre la produzione di rame raffinato ha avuto un aumento del 5,8% su base annua.


Prodotti agricoli: I prezzi dei cereali si sono globalmente stabilizzati a Chicago, dove il grano e il mais vengono scambiati rispettivamente a 830 e 680 centesimi per bushel. L'attenzione è ancora concentrata sul Mar Nero e sul futuro del corridoio marittimo che consente all'Ucraina di esportare il proprio grano nel resto del mondo.




Top/Flop della settimana


Top

  • Medpace (+38%): Il fornitore del settore biotecnologico ha registrato risultati molto convincenti, che gli hanno permesso di aumentare incredibilmente i suoi obiettivi.

  • Canopy Growth