Le speranze che rallenti il ritmo di aumento dei tassi di interesse e il calo dei rendimenti obbligazionari hanno riacceso la propensione al rischio questa settimana, consentendo ai mercati europei di chiudere in netto rialzo. Tuttavia, l'ambiente appare molto più febbrile negli Stati Uniti, con il crollo delle star statunitensi della tecnologia in seguito alla pubblicazione degli utili. Tutti gli occhi saranno ora puntati sulla Fed, che mercoledì emetterà il suo verdetto sui tassi. Le prospettive della Federal Reserve potrebbero essere nuovamente fonte di volatilità per gli indici.
ECCO I MOVIMENTI DEI PRINCIPALI INDICI NEGLI ULTIMI 12 MESI:
Macroeconomia
Clima: Un po' di flessibilità, Jerome! Negli ultimi giorni non sono mancate importanti tappe macroeconomiche, con diverse decisioni di politica monetaria (Banca del Canada, Banca del Giappone, Banca Centrale Europea) e tutta una serie di indicatori di attività. Per riassumere il tutto in poche parole, diciamo che la dinamica economica ha avuto qualche cedimento senza crollare e che gli investitori hanno individuato le prime crepe nella determinazione delle banche centrali a continuare ad alzare i tassi. Questo contesto ha portato a una forte ripresa dei titoli azionari a inizio settimana, ma senza contare con il crollo delle star della tecnologia statunitensi dopo una serie di risultati scarsi.
Tassi: La nuova scommessa degli investitori su una Fed meno aggressiva ha portato a un calo del rendimento dei T-bond decennali al di sotto del 4%. Tutte le scadenze più brevi hanno ormai un rendimento più elevato, il ché significa due cose: in primo luogo, il mercato teme un ritorno della recessione negli Stati Uniti e, in secondo luogo, ritiene che il ciclo di aumento dei tassi stia giungendo al termine. In Europa continentale, era già previsto l'inasprimento monetario di 75 punti base annunciato giovedì dalla BCE, ma ciò non ha impedito ai tassi obbligazionari di salire al 2,11% in Germania e al 4,19% in Italia a 10 anni. I gilt britannici, invece, sono scesi al 3,47% dopo la nomina di Rishi Sunak come successore di Liz Truss. Sunak viene percepita come una scelta relativamente ragionevole.
Valute: Anche in questo caso, la presunta inflessione della Fed ha portato a un calo del dollaro. Dato che contemporaneamente la BCE ha dato una stretta di 75 punti base, l'euro ha colto l'occasione per tornare in parità con il biglietto verde. Tuttavia, da inizio ottobre, il dollaro ha guadagnato ulteriore terreno rispetto allo yen e ha iniziato a invertire la tendenza rispetto al rublo. In Europa, la stabilizzazione della situazione a Londra ha permesso alla sterlina di risalire leggermente fino a 0,864 GBP per 1 EUR. Dal canto suo, la moneta unica è salita a 0,9912 CHF contro il franco svizzero.
Criptovalute: I cripto-investitori sono riusciti a ritrovare un po' di ottimismo questa settimana, con il bitcoin che ha concluso un lungo periodo di bassa volatilità recuperando quasi il 5% da lunedì. Nel momento in cui scriviamo, la valuta digitale è attorno ai 20.500 dollari. Seguendone la scia, l'ether sovraperforma il BTC con un +16% nello stesso periodo, segno che questa settimana è tornata una dose di propensione al rischio sul mercato delle criptovalute. Questo rinnovato ottimismo rientra nella speranza di veder agire le banche centrali a favore degli asset rischiosi nei prossimi mesi.
Calendario: I prossimi quindici giorni saranno cruciali per i mercati finanziari e, potremmo persino dire, per la grande macchina economica globale. Da un lato, perché mercoledì la banca centrale statunitense prenderà una nuova decisione di politica monetaria e commenterà il contesto attuale e risulta ormai evidente che gli investitori sperano che il direttore della Fed, Jerome Powell, cambi idea almeno in parte. Dall'altro perché l'8 novembre sono previste le elezioni di metà mandato negli Stati Uniti. In un Paese così polarizzato, un rovesciamento di potere a favore dei repubblicani avrebbe conseguenze importanti.
Materie prime
Energia: Il sentimento generale dei mercati petroliferi è migliorato. Gli operatori hanno apprezzato sia l'accelerazione delle importazioni cinesi di petrolio, che la dinamica del PIL statunitense nel terzo trimestre, cresciuto del 2,60% mentre il consensus contava su un +2,30%. Questa settimana, tuttavia, sono state le major dell'energia a monopolizzare l'attenzione degli analisti, pubblicando ognuna ingenti guadagni per il terzo trimestre. Total, Equinor, Chevron, Exxon Mobil... Tutte queste società hanno pubblicato risultati eccellenti grazie all'aumento dei prezzi del petrolio e del gas. Risultati invece criticati dall'altra parte dell'Atlantico, in particolare dall'amministrazione Biden, che ritiene che questi giganti del petrolio non stiano investendo abbastanza per aumentare la loro produzione. Il Brent del Mare del Nord è a circa 94 dollari USA, mentre il WTI statunitense viene scambiato a 88 dollari USA al barile. Per quanto riguarda il gas naturale, il benchmark europeo, il TTF olandese, continua a scendere a 113 EUR/MWh a causa delle temperature miti in Europa.
Metalli: Dopo l'LME e la Casa Bianca, è arrivato il turno del produttore di alluminio Norsk Hydro di chiedere sanzioni contro i metalli russi. Il prezzo dell'alluminio si è così ripreso a Londra, dove una tonnellata viene scambiata a 2300 dollari. In Cina, l'Ufficio nazionale di statistica ha dichiarato nel suo ultimo rapporto che nel mese di settembre la produzione di rame raffinato ha avuto un aumento del 5,8% su base annua.
Prodotti agricoli: I prezzi dei cereali si sono globalmente stabilizzati a Chicago, dove il grano e il mais vengono scambiati rispettivamente a 830 e 680 centesimi per bushel. L'attenzione è ancora concentrata sul Mar Nero e sul futuro del corridoio marittimo che consente all'Ucraina di esportare il proprio grano nel resto del mondo.
Top/Flop della settimana
Top
Medpace (+38%): Il fornitore del settore biotecnologico ha registrato risultati molto convincenti, che gli hanno permesso di aumentare incredibilmente i suoi obiettivi.
Canopy Growth (+25%): L'azienda canadese specializzata nella produzione e commercializzazione di cannabis, questa settimana ha avuto un'importante crescita a seguito dell'annuncio della creazione di una holding per accelerare il suo ingresso negli Stati Uniti. Il settore rimane volatile, soprattutto perché le elezioni di metà mandato, se faranno pendere il Congresso verso i repubblicani, potrebbero cambiare la situazione.
SMA Solar (+22%): Il gruppo tedesco ha alzato le sue previsioni grazie a un elevato livello di ordini e a un miglioramento della disponibilità di componenti elettronici. L'Ebitda dovrebbe essere tra i 60 e i 75 milioni di euro, rispetto ai 10-60 milioni di euro previsti finora.
Servicenow (+15%): Una bella sorpresa per il fornitore di servizi digitali alle imprese, i cui ricavi ricorrenti dovrebbero avere una crescita molto forte nel quarto trimestre. Il mercato accoglie con favore questa buona visibilità.
Caterpillar (+11%): L'azienda americana ha superato le previsioni di utile per il periodo estivo. La direzione ritiene che la dinamica positiva continui. Allo stesso tempo, Caterpillar ha annunciato un accordo di 740 milioni di dollari per mettere fine a una controversia fiscale che dura da 15 anni negli Stati Uniti.
Air Liquide (+7%): L'azienda francese specializzata in gas industriali ha pubblicato solidi risultati nel terzo trimestre. Le previsioni sono state confermate.
Flop
Meta Platforms (-25%): Un'altra delusione sui risultati del gruppo, che è ancora una volta crollato in Borsa. Ma non da solo, visto che anche altre star della tecnologia come Amazon, Alphabet e Microsoft hanno deluso questa settimana.
Tod's (-21%): La famiglia fondatrice Della Valle non ha raggiunto la soglia del 90% nell'offerta pubblica d'acquisto per la società. Ha quindi rinunciato all'operazione, provocando un calo del prezzo delle azioni.
Uniper (-18%): L'azienda energetica tedesca, che continua a beneficiare di finanziamenti pubblici, teme di concludere l'anno con una perdita netta di oltre 3 miliardi di euro a causa della crisi energetica europea.
Prosus (-16%): Il gruppo, che detiene partecipazioni in diverse società digitali, in particolare in Cina, ha sofferto dopo il crollo di lunedì dei titoli tecnologici a Hong Kong.
Crédit Suisse (-12%): Il vasto piano di ristrutturazione finanziaria della banca svizzera fatica a convincere. Va detto che c'è molto lavoro da fare per ristabilire l'immagine dell'azienda e ricapitalizzarla.
Due settimane ad alto rischio
La stagione degli utili del terzo trimestre continuerà la prossima settimana, ma il grosso è ormai passato. Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta (ex-Facebook) sono state pesantemente punite, segno che i grandi titoli tecnologici non sono più il rifugio di una volta perché il mercato non è così facilmente leggibile come molti vorrebbero far credere.
Viceversa, diversi settori sono riusciti a mantenere le loro traiettorie di miglioramento degli utili, andando controcorrente rispetto a un contesto macroeconomico piuttosto pesante gli utili delle aziende americane infatti sono comunque per il 73% superiori alle attese. La prima metà di novembre sarà caratterizzata da un nuovo appuntamento con la politica monetaria statunitense (mercoledì 2) e dalle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti (martedì 8).
Questi due importanti avvenimenti per USA potrebbero guidare il mercato a stelle e strisce e non solo.
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