Investire e fare trading sono due metodi molto diversi per cercare di ottenere profitti investendo nei mercati finanziari. Sia gli investitori sia i trader cercano profitti operando sui mercati ma cosa cambia tra questi due approcci? Scopriamolo insieme...
La differenza di fondo consiste nell'obiettivo di investimento, che si riflette nell'orizzonte temporale. Infatti, gli investitori, seguendo l'approccio Investing, hanno l'obiettivo di costruire gradualmente la propria ricchezza, ottenendo rendimenti elevati nel lungo periodo. Al contrario, i trader operano con un orizzonte temporale limitato, entrando più volte sul mercato per sfruttare, con posizioni dette long e short, sia le fasi rialziste sia le fasi ribassiste del mercato, ottenendo profitti per operazione più piccoli ma più frequenti.
Vediamo più nel dettaglio le differenze tra investing e trading...
Gli investitori che seguono l'approccio investing, costruiscono la propria ricchezza nel lungo periodo, mettendo in atto le cosiddette strategie "buy and hold". Tali strategie consistono nell'acquisto di diverse tipologie di strumenti finanziari (asset) come le azioni, le obbligazioni e le quote di fondi comuni di investimento, da detenere in portafoglio per un lungo periodo di tempo, ottenendo profitti dalla crescita dei mercati. Tali investimenti, con gli opportuni aggiustamenti in base al mercato, vengono mantenuti anche per decenni, maturando profitti sotto forma di interessi, dividendi e crescita del valore di mercato degli asset detenuti in portafoglio. Tuttavia, durante l'arco temporale di investimento i mercati fluttuano e possono dar luogo a movimenti rialzisti, che generano guadagni, ma anche a movimenti ribassisti, che generano potenziali perdite, le quali diventano effettive se l'investitore decide di liquidare il proprio investimento durante la fase ribassista. Generalmente, gli investitori che adottano l'approccio investing, basandosi su strategie Buy&Hold e sull'aspettativa che i mercati riprenderanno a salire, tendono a mantenere il proprio investimento nel lungo periodo e a recuperare le perdite approfittando delle successive fasi positive, che si susseguono alle negative per l'andamento ciclico dei mercati. L'obiettivo dell'investitore di generare ricchezza nel lungo periodo si riflette anche sulla scelta degli asset di investimento e sugli elementi che prende in considerazione nello scegliere lo strumento finanziario. Infatti, solitamente questo tipo di investitori, guardano ai valori fondamentali del mercato, studiano i bilanci delle società in cui intendono investire, al fine di valutarne la capacità di produrre utili. A tale scopo, analizzano il rapporto prezzo/utili delle azioni, la capacità di erogare dividendi, il posizionamento rispetto ai competitor e le prospettive di crescita del mercato in cui operano. In altre parole, adottano un modus operandi che in letteratura è noto con il nome di Value Investing, reso famoso dal celebre investitore Warren Buffet, che incarna alla perfezione i principi dell'Investimento di lungo periodo, basando le proprie scelte di investimento sulla qualità (in termini di solidità e profittabilità ) delle società e dei settori merceologici in cui investe. Chi adotta questo approccio dunque valuta il proprio investimento nel lungo periodo e non si preoccupa delle fluttuazioni giornaliere delle azioni, dei fondi e altri strumenti che ha in portafoglio. Per questo motivo mantiene in essere la posizione, piuttosto che entrare ed uscire ripetutamente dal mercato per sfruttarne ogni movimento.
Al contrario, i trader hanno l'obiettivo di trarre profitto da ciascuna fase di mercato, quindi adottano strategie, che gli consentono di sfruttare sia i movimenti rialzisti sia quelli ribassisti. Anche in questo caso l'obiettivo di investimento, che per i trader consiste nel trarre profitto da ogni fluttuazione e di cercare profitti per operazione più piccoli ma più frequenti, si riflette sull'orizzonte temporale che dunque è più limitato.
Investing vs. Trading
Cerchiamo di capire meglio come opera un trader. Il punto di partenza per decidere quale strategia attuare è basata sul trend di mercato in corso (rialzista o ribassista) e l'aspettativa sulle evoluzioni del mercato. Infatti, se un trader analizzando il mercato, nota un trend rialzista e si aspetta che i prezzi possano continuare a salire, cerca di trarre profitto con le cosiddette strategie long, con cui acquista un asset, ad esempio le azioni, al prezzo di mercato attuale e le rivende ad un prezzo più alto, guadagnando dal movimento rialzista del mercato. Tuttavia, se le aspettative sull'evoluzione dei prezzi sono errate e il mercato si muove al ribasso, i trader che hanno attuato strategie long incorreranno in perdite dovute al minor prezzo attuale dell'asset, rispetto al prezzo al quale lo avevano acquistato.
Al contrario, se un trader nota un trend ribassista e si aspetta che i prezzi possano continuare a scendere, può trarre profitto con strategie short, le quali consentono di vendere allo scoperto, ossia senza possederlo, un asset ad esempio un'azione al prezzo di mercato e di chiudere successivamente l'operazione, acquistando il titolo sul mercato in modo da ottenere il possesso dell'asset venduto e perfezionare la vendita. In questo caso, il guadagno del trader è dato dalla differenza tra il valore dell'asset che ha venduto allo scoperto e il minor valore a cui lo ha riacquistato in un momento successivo, per perfezionare la vendita ad altri operatori di mercato, guadagnando dunque dal movimento ribassista di mercato. Di fatto si tratta di un'operazione finanziaria che consiste nella vendita di strumenti non posseduti con successivo riacquisto, la quale si effettua se si ritiene che gli strumenti finanziari (per effetto di un trend ribassista) potranno essere riacquistati ad un prezzo inferiore, rispetto al prezzo inizialmente incassato con la vendita allo scoperto.
Se il mercato, in linea con le aspettative, si muoverà al ribasso il trader otterrà un profitto, in caso contrario se il mercato sale e il prezzo dello strumento aumenta il trader incorrerà in una perdita.
In genere, indipendentemente dal tipo di strategia long o short, i trader quando entrano sul mercato fissano a priori una perdita massima che sono disposti a subire. Tale perdita viene stabilita piazzando un ordine di stop loss, che consente di chiudere automaticamente l'operazione ad un livello di prezzo deciso dal trader. Ad esempio, in caso di strategia long qualora l'aspettativa di crescita dei prezzi sia errata e il mercato si muova al ribasso, lo stop loss consente di chiudere la strategia al livello di prezzo prestabilito in base alla propria capacità di sopportare le perdite. La determinazione degli stop loss è fondamentale, perché consente ai trader di limitare le perdite e chiudere la posizione, senza bruciare interamente il proprio conto, consentendogli di proteggere il proprio capitale che è fondamentale per continuare ad operare sui mercati.
Come già detto in precedenza, i trader operano su un orizzonte temporale più limitato e questo si riflette anche sulle considerazioni, le tecniche e gli strumenti su cui i trader si basano per scegliere gli asset su cui operare. Infatti, mentre gli investitori vanno alla ricerca di strumenti di qualità sui cui investire, ad esempio aziende solide in grado di generare utili e settori in crescita, basandosi sui fondamentali e indici di bilancio, i trader non sono interessati alla qualità della società su cui operano, perché detengono l'asset in portafoglio per un breve tempo e mirano ad ottenere profitti dai movimenti di mercato sia a rialzo sia a ribasso. Pertanto, nella scelta degli strumenti finanziari su cui operare non tengono in considerazione i fondamentali di mercato, i dati e indici di bilancio ma si basano su strumenti di analisi tecnica come medie mobili, oscillatori, particolari livelli di prezzo detti supporti e resistenze o pattern di prezzo, al fine di trarne dei segnali operativi di ingresso nel mercato con strategie long o short. Ciò non significa che gli investitori che adottano l'approccio investing non possano utilizzare l'analisi tecnica, anzi può essere utile per capire il trend di fondo in corso e per scegliere il timing dell'investimento, che può portare ad entrare a mercato ad un prezzo migliore. Tuttavia, il loro strumento principe per effettuare le valutazioni di investimento e scegliere gli asset in cui investire resta l'analisi fondamentale. Considerazioni analoghe valgono per i position trader, che analizzeremo a breve, i quali possono avvalersi di considerazioni di carattere fondamentale da combinare all'analisi tecnica.
Immagine Analisi tecnica vs Analisi Fondamentale
Esistono diversi tipi di stili di trading, i quali dipendono dal timing dell'operazione, ossia dalla durata delle singole operazioni, in base alla quale si distingue tra quattro categorie di trading:
- Position trading: se il trader mantiene la posizione e quindi l'asset in portafoglio per un periodo abbastanza lungo, che va da mesi fino ad anni (in genere massimo 1 anno). Si tratta di uno stile molto simile all'investing, infatti in questo caso sono importanti anche considerazioni di carattere fondamentale sulla qualità dell'asset e del settore in cui si decide di investire
- Swing trading: quando le posizioni vengono mantenute per un periodo che può variare da alcuni giorni fino ad alcune settimane, talvolta anche mesi. Questi trader si basano sull'analisi tecnica ma in caso di maggior durata dell'operazione possono avvalersi di considerazioni di carattere fondamentale
- Day trading: se le posizioni vengono mantenute per alcuni minuti fino ad alcune ore ma in ogni caso chiuse entro la fine della giornata di Borsa in cui sono state aperte. Si tratta di trader che effettuano più operazioni al giorno e si avvalgono di strumenti di analisi tecnica
- Scalping: quando le posizioni vengono aperte e chiuse nel giro di pochi secondi o minuti. Si tratta di trader che fanno moltissime operazioni nell'arco della giornata dalle quali cercano di ottenere piccoli ma ripetuti profitti. Si avvalgono dell'analisi tecnica e dell'osservazione dei livelli del book. In questo stile la velocità di azione è fondamentale, perché gli scapler approfitta anche dei tick di mercato (movimenti minimi dei prezzi), quindi la rapidità è determinante per la profittabilità dell'operazione.
I trader spesso scelgono il loro stile di trading in base a diversi fattori, quali la dimensione del conto, la quantità di tempo che può essere dedicata al trading, il livello di esperienza di trading, la personalità e la tolleranza al rischio. Ad esempio, per poter fare scalping è importante potersi dedicare interamente all'attività di trading, in modo da individuare il miglior livello di prezzo a cui entrare, perché in un'operazione di pochi secondi o minuti anche il minimo movimento di prezzo è fondamentale per ottenere profitti. Inoltre, per poter adottare questo stile e ottenere profitti da operazioni molto brevi e movimenti di mercato minimi è necessario disporre di capitali più rilevanti, altrimenti non si riuscirebbero neanche a coprire i costi di aperura e chiusura dell'operazione. Infine, lo scalping è anche lo stile di trading che richiede più esperienza, non solo tecnica ma anche psicologica, perché richiede la capacità di prendere decisioni in tempi molto rapidi e di gestire una pressione psicologica rilevante, è dunque sconsigliato per i principianti.
A questo punto dovrebbe esser chiaro che investing e trading sono due approcci completamente diversi, sia in termini di obiettivi e orizzonti temporali sia in termini di tecniche e valutazioni che stanno alla base delle scelte degli strumenti finanziari su cui operare.
Se volete continuare il percorso alla scoperta del mondo della finanza e delle logiche con cui operano investitori come Warren Buffet o i migliori trader come Soros continuate a seguirci, vi sveleremo le basi della finanza in modo chiaro e semplice!
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Value Investing
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Trading
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