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Bitcoin: chi non muore si rivede

Meme a parte, nel momento in cui scriviamo il valore di Bitcoin si aggira intorno ai 43 mila dollari, consolidandosi come la decima asset più grande al mondo con una capitalizzazione di 815 miliardi di dollari. Come si può ben intuire, Bitcoin è nuovamente in una fase di crescita: basti pensare che rispetto ai circa 16 mila dollari di inizio anno, ha registrato un +160%, superando di gran lunga il 40% portato a casa da un certo Nasdaq. La corsa di Bitcoin sembra proiettarlo verso l’agognato primato di asset più performante del 2023.



La domanda sorge spontanea: ma quali sono i fattori che guidano questa crescita?

Cerchiamo di rendere il tutto più comprensibile. Non si tratta solo di speculazione, bensì di diversi elementi che contribuiscono al supporto del prezzo di questa criptovaluta:



1)      Fase "Risk-On" e prospettive di tassi più bassi. A novembre, i mercati azionari hanno registrato il miglior mese dal 1963 (e Finvest ha ottenuto un bel +6.6%), mentre le obbligazioni hanno segnato un recupero senza precedenti dal 1980. Questo slancio è guidato dalla scommessa del mercato sul realizzarsi del miglior scenario macroeconomico: un atterraggio morbido dell'economia e la sconfitta dell'inflazione. Le aspettative di tagli ai tassi nel 2024 da parte della Federal Reserve, stimati tra 100 e 125 punti base, stanno sostenendo asset che non distribuiscono cedole, come l'oro (che ha recentemente superato i massimi storici a 2.070 dollari l'oncia) e Bitcoin.

 

2)      Indicatore di liquidità e ruolo di bene rifugio. Ideologicamente, Bitcoin è nato come una forma di protezione contro l'espansione delle emissioni di valute fiduciarie da parte delle banche centrali e per questo, nel corso degli anni, è stato considerato un termometro dell'eccesso di liquidità in circolazione. L'incremento della liquidità immessa dalle banche centrali, evidenziato dalle operazioni di "reverse repo" (che negli Stati Uniti sono aumentate di circa 1.000 miliardi di dollari durante l'anno), insieme alla prospettiva di una possibile contrazione economica futura, potrebbero sostenere il prezzo di Bitcoin.

 

3)      L'ingresso degli investitori istituzionali che considerano Bitcoin come il "nuovo oro digitale". Nella prima metà di gennaio 2024, è attesa l’approvazione da parte della SEC del primo ETF di BlackRock su Bitcoin a Wall Street (e altre sette importanti società di investimento stanno seguendo la stessa strada, tanto per). Già a ottobre, la rinuncia della SEC a fare appello contro una sentenza del tribunale che aveva stabilito che era ingiusto respingere la domanda di Grayscale Investments per creare un ETF basato su Bitcoin, aveva convinto gli addetti ai lavori che l’ingresso degli istituzionali sui cripto-asset fosse vicino. A gettare benzina sul fuoco dell’entusiasmo è intervenuto anche Larry Fink, CEO di BlackRock, che ha recentemente descritto Bitcoin come "oro digitale". Questo indica una forte pressione da parte degli investitori istituzionali per negoziare Bitcoin sui mercati tradizionali e regolamentati, anziché sui cripto-exchange come avviene attualmente.

 

4)      L’halving. Nel protocollo di Bitcoin l'halving è il corrispettivo di una politica monetaria restrittiva, che riduce l'emissione di Bitcoin ogni quattro anni. Attualmente, si generano 6,25 Bitcoin ogni 10 minuti, ma da aprile questa cifra si dimezzerà a 3,125 per blocco. Questa strategia mira a rendere Bitcoin sempre più raro nel tempo, aumentando il rapporto stock-to-flow (rapporto tra l'offerta esistente e quella appena estratta). Questo parametro di valutazione, oggi utilizzato anche per l'oro e altre materie prime rare, suggerisce che Bitcoin diventerà la risorsa più scarsa al mondo, superando persino l'oro in termini di stock-to-flow.

Come potete vedere ben rappresentata da Lisa Simpson nell’immagine qui affianco, la quantità di moneta è infinita mentre quella di Bitcoin no! Questo fa si che i tuoi soldi continuino a perdere valore mentre i Bitcoin sono limitati e scarsi e quindi in date condizioni non possono perdere valore.

Gli halving, storicamente, hanno stimolato la crescita del valore di Bitcoin, e sebbene l'effetto possa attenuarsi nel tempo, rimane un fattore chiave che rafforza la percezione della criptovaluta come risorsa preziosa e sempre più rara.


Va sottolineato che Bitcoin, e le criptovalute in generale, sono assets estremamente volatili. Fino ad ora, Bitcoin ha prosperato in un contesto di tassi bassi e quantitative easing, ma ha sofferto nel 2022 quando le banche centrali hanno aumentato drasticamente i tassi. Inoltre, non ha mai affrontato una vera recessione economica ("hard landing") e questo rende difficile prevedere come potrebbe reagire in caso di una recessione economica significativa negli Stati Uniti.

A tal proposito, recentemente JP Morgan in un suo report ha tentato di smorzare l’ondata di ottimismo che sta avvolgendo il settore delle criptovalute, richiamando alla cautela. Infatti, nonostante la SEC possa non ostacolare il lancio di nuovi ETF per Bitcoin ed Ethereum, la banca d’affari suggerisce che ciò potrebbe non generare i profitti sperati a causa del rischio di un effetto “sell the news" durante il probabile lancio di questi ETF a gennaio. L'ottimismo che si è creato potrebbe aver reso la criptovaluta già "ipercomprata". Riguardo ai finanziamenti VC, JP Morgan ritiene incerta la situazione nel quarto trimestre del 2023 e nota che, nonostante la crescita della DeFi, questa fatichi a penetrare nel sistema finanziario tradizionale, elemento ritenuto essenziale per applicazioni reali delle criptovalute.

 

Va bene i rischi, ma il grafico di BTC contro il dollaro negli ultimi 12 anni è passato da pochi centesimi a 42 mila dollari. Di contro il dollaro ha perso notevolmente contro questo asset, e questo succede perchè se ne continua a stampare a profusione (come abbiamo già accennato).













L’unica difesa è investire per proteggersi dall’inflazione: se il BTC vi sembra troppo estremo e volatile (e siamo d’accordo), potete scegliere Finvest per i vostri risparmi. Cos'è Finvest? È un fondo diversificato multi-asset che contiene anche una piccola parte in criptovalute e con una gestione attiva premiante capace di ridurre volatilità e rischio, ma mantenendo contemporaneamente un rendimento elevato (clicca qui per vedere la performance storica del fondo).

 

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